Ad accompagnarci durante la giornata, uno stupendo sole che splendeva in un cielo limpido, e che ha aggevolato non poco la nostra escursione. Abbiamo seguito la lunga strada che si snoda nel Vallone di Rio Freddo, il fondo è perfetto è consente una camminata agevole senza mai presentare pendenze elevate. Per arrivare alle Rocce di Gata si superano due opere molto suggestive, Rocce di Servia (opera nr 244) e Castel Tournou (opera nr 243),entrambe scavate dentro pareti rocciose. La prima la si può trovare prendendo un bivio sulla sinIstra dopo una ventina di minuti dalla partenza dalla macchina,mentre la seconda, oltre ad essere perfettamente visibile a occhio nudo e chiaramente indicata da una balise dopo circa 45 min di cammino. Dopo due ore e mezza circa di cammino, siamo giunti su un ampio prato che domina l'opera nr 242, a 1780 mt di altitudine. Dopo una sosta per mangiare e riposarci un poco, abbiamo iniziato la ricerca dell'ingresso dell'opera. Scendendo dal prato verso le cime rocciose, abbiamo preso sulla nostra destra seguendo un sentiero che ci portava sopra a un ingresso da cui era quasi impossibile entrare in quanto era alla base di un muro di contenimento di una decina di metri di altezza e a strapiombo sulla valle sottostante. Claudio ha fatto una prova ma era troppo pericoloso passare da lì. Abbandonata l'idea di utilizzare quell'entrata, abbiamo continuato a cercare un ingresso più agevole. Poco distante una scalinata ci portava davanti a un altro ingresso, quello che doveva essere il principale.
L'opera al suo interno è stata completata per quanto riguarda le volte dei tunnel e pavimenti, il grosso ricovero per la truppa è quasi completamente tramezzato. Da terminare invece, le tre enormi ferritoie che sono rimaste solo a livello di scavo nella roccia e uno scavo vicino al ricovero truppa, che doveva essere il foro per costruire un'eventuale osservatorio. Straordinaria la vista che si può godere dalle ferritoie, con la Bassa di Laguna e la cima del Monte Corto e la sua opera difensiva che sono proprio di fronte alle Rocce di Gata. Impressionante invece l'altezza che separa le ferritoie dell'opera al fondo della valle, un salto che toglie letteralmente il fiato.
Finita la visita all'opera e raccolta la documentazione fotografica, abbiamo iniziato la discesa, che rapidamente ci riportava verso valle. Purtroppo il tempo a nostra disposizione era quasi finito, e il tramonto del sole ormai era imminente, purtroppo la visita all'opera nr 243 di Castel Tournou non poteva essere più effettuata. Abbiamo trovato comunque il tempo per una brevissima ispezione. Trovata l'entrata dell'opera, abbiamo usato la lunga scalinata in discesa e il tunnel susseguente per uscire a un dislivello inferiore rispetto a quello dell'ingresso, tagliando un po di strada e guadagnado una manciata di minuti sul rientro. L'opera apparentemente è in buono stato, e la visita è solo rimandata. Ormai il sole era calato e la temperatura era scesa notevolmente, siamo passati da una temperatura vicina ai 15-16 gradi di cui abbiamo goduto, a una che si avvicinava allo 0. Dopo poco meno di due ore arrivavamo alla macchina.